Terza missione

L’insediamento di nuove aziende costituirebbe una grande opportunità per il territorio di Pavia, sia in termini di nuova occupazione ed indotto, sia di incremento di progetti scientifici comuni non solo con i Dipartimenti universitari, ma anche con i tre IRCCS, lo IUSS e gli altri centri e fondazioni con finalità di ricerca. A tale fine va considerata l’ipotesi di ospitare un incubatore su terreni edificabili di proprietà universitaria. Un’assunzione di responsabilità dell’Università, purché sostenuta anche dall’Amministrazione comunale e dall’Ente regionale, è importante, data la capacità, che chi fa ricerca ha, di attrarre imprese interessate alle tematiche più avanzate. La de-industrializzazione nell’area pavese può e deve essere superata, viste le opportunità che si aprono per iniziative ad alto contenuto innovativo e che troverebbero a Pavia un luogo con fortissima densità di conoscenza. Insediamenti produttivi, uniti ad un centro di ricerca per sviluppare tecnologie sui temi d’interesse dell’incubatore, potrebbero avere un impatto straordinario. La gestione va affidata a seri professionisti del settore.

Il Parco Tecnico-Scientifico nelle Scienze della Vita sta operando bene e ospita un buon numero di spin-off di Ateneo. Le sinergie tra Parco Tecnico-Scientifico ed i gruppi di Ricerca di Ateneo sono già ora elevate ma possono essere ulteriormente incrementate. La collaborazione con il Polo Tecnologico di Pavia è stata in questi anni valida, ha portato a più progetti congiunti e va proseguita. La Fondazione U4I, avviata con le Università di Milano Bicocca e Bergamo, e diretta da un manager di impresa, sta entrando nel vivo attraverso la selezione di progetti proposti dagli Atenei e suscettibili di impatto economico. La sfida è ambiziosa, ma molto importante.

Ritengo che, nel corso dei prossimi anni, si potrà considerare un’azione congiunta con gli altri attori della ricerca a Pavia, finalizzata alla valorizzazione delle conoscenze e al trasferimento tecnologico.

I corsi di master, successivi al conseguimento del titolo di laurea, hanno avuto una rilevante espansione e, ad oggi, il nostro Ateneo è tra quelli con maggior numero di proposte in Lombardia. L’area sanitaria rappresenta un punto di forza in questo ambito. Dobbiamo consolidare le offerte ed esplorare nuove tematiche su cui impegnarsi. Ci si deve organizzare al meglio sia sotto il profilo logistico che su quello della struttura amministrativa. Corsi dedicati all’educazione permanente sono invece pochi. Fa eccezione l’Educazione Continua in Medicina che si è ben strutturata in Ateneo e dà risultati buoni, per quanto sicuramente migliorabili a patto di una maggiore adesione dei docenti. Anche ai corsi di perfezionamento si deve guardare con maggiore attenzione perché c’è sicuramente una domanda a cui potremmo meglio rispondere.

Per il c.d. “public engagement” e la declinazione sociale dei temi scientifico-culturali, possiamo e dobbiamo fare di più, soprattutto in un momento in cui la veridicità dei risultati e delle conquiste della ricerca sembrano essere messe in discussione dal proliferare di “fake news”. Rimanendo in un contesto di riflessione, analisi e discussione critica e senza sconfinare nel dibattito politico/partitico, si possono organizzare interventi pubblici (ad es. nelle scuole superiori), fornire contributi alla stampa, intervenire direttamente sui media.